mercoledì 5 dicembre 2007

Niente di vero tranne gli occhi


Voglio raccontare di storie mai narrate, accadute realmente o trasfigurate nella mia fantasia in cui tutto può succedere.

Vi parlerò della capacità degli uomini di vedere, toccare ma soprattutto comprendere tutto ciò che li circonda di cui non si ha percezione immediata. Della vanità perversa di una sciocca, della voglia di fuggire di una bambina e di un sorriso che cela mille difficoltà. Di tutto ciò che è ambizione e che oscura il culto delle cose semplici che rendono speciale la vita, dell uomo che nascosto sotto la giacca si dimentica di avere un cuore e di una giovane donna che continua a correre ed inseguire tutto ciò per cui sta lottando.


Nelle vie affollate della city mille anime si sfiorano non riuscendosi mai a toccare, tutti diretti verso il futuro, districandosi tra conti in sospeso, parole mai dette e credendo "all'imposibile ma non all'improbabile". In un cielo plumbeo, illuminato dalle luci di un'altro Natale, la vita scorre frenetica, tutto deve essere raggiunto poichè vitale e nulla è più vero senza un obiettivo che dal momento che verrà raggiunto ci indurrà a porgere lo sguardo verso nuove mete. Niente è vero se non lo si gurada con attenzione, soffermandosi tra i particolari e sviscerandone le forme fino a farle diventare parte di noi. Niente è vero tranne gli occhi.

domenica 18 novembre 2007

Un' Italiana a Londra




Appena rientrata dalla mia bella Italia così confusa caotica e disorganizzata, ritornata nel cielo grigio di Londra dove il sole non appare di frequente ma lo sento nel cuore dei mie amici e credetemi scalda più del sole a primavera!


Sono ancora qui a vivere da Italiana a Londra, che proprio non ha potuto rinunciare a mettere in valigia il pesto siciliano, il parmigiano Regiano, il caffè Illi, il salamino calabro, il lievito per far la pizza e dulcis in fundo ... la cioccalata. Ebbene si, non si può rinunciare alla cultura della pasta della pizza e del caffè buono appena svegli, io personalmente non posso perchè è parte della mia cultura...parte di me, come la bandiera tricolore e l'inno di Mameli. Non è campanilismo come qualche "persona" potrebbe pensare, e neanche senso di nostalgia melodrammatica è solo voglia di poter continuare a vivere un pezzetino del mio paese, ogni giorno assaporandone un sapore nuovo. E si perchè gli Italiani nel mondo restano pur sempre Italiani, siamo sempre stati capaci di adattarci a ogni situazione... ma insomma toglieteci tutto... ma non la pasta!



domenica 30 settembre 2007

In bianco e nero


Stentate a riconoscermi? Eppure sono io vista da un'altra angolazione avvolta nelle sfumature del bianco e nero. Come sono cambiata in questi ultimi tempi mi sorprende non poco... quasi non mi riconosco. E' accaduto tutto molto in fretta, la rapidità di un cambio d'abito la scelta di un rossetto dalle tonalità diverse...ed eccomi qua cambiata ... come nuova.


Ho smesso di fumare... non ho deciso io spontaneamente il mio corpo rigetta il tabacco... ho iniziato e ho smesso altrettanto naturalmente. Non sono più schiava di questo orribile vizio, la nuovola di fumo che mi avvolgeva è ormai scomparsa, la mia pelle già brilla di un'altra luce e il mio sguardo ho una nuova lucentezza che non ricordavo di avere.


Sono ancora io, ma oggi non mi faccio più travolgere dalle emozioni ho imparato che farsi coinvolgere in sterili discussioni cercando di aiutare i sordi sarebbe come dare le perle ai porci e come tutti ben sanno le perle sono pietre rare riservate a pochi eletti. Riservo la mia paziente attenzione ai problemi altrui se e solo se la persona coinvolta è un animo nobile capace di ascoltarmi e trarre tutti i benifici del caso. La nuova me è decisamente diplomatica con gli altri ma ugualmente genuina con gli amici, meno impulsiva nel decidere e più scaltra nel valutare da quale parte volgere l'attenzione. Non attribuisco più peso del dovuto a tutti coloro che si arrogano il diritto di giudicare la mia vita e le mie scelte, non mi accanisco più a spiegare il mio punto di vista quando capisco che dall'altra parte c'è una persona frustrata che non sà far altro che ascoltare se stessa e badare alla sua insulsa vita. Guido ancora la mia vita traghettando tutto ciò che ho imparato e assaporando ogni giorno, con la dovuta attenzione, i nuovi insegnamenti ma ora c'è una consapevolezza nuova ... tutto può cambiare. Come negli scacchi ogni mossa cambia radicalmente il gioco anche nella vita, ogni cambiamento è degno di una rivalutazione globale che ridisegna gli orizzonti delimitandone i nuovi contorni con sfumaure diverse.

martedì 7 agosto 2007

Sulle rive del Tamigi


Nel cuore di Londra c'è il Tamigi, il suo lento corso contrasta con la vita frenetica che si svolge nella city. Sulla banchigia puoi scorgere diverse persone...uomini d'affari che stringono fra le mani la loro 24 ore con gli auricolari inseriti nelle orecchie, donne strette in rigidi tailler che mangiano velocemente panini di Mc Donald, ragazzi che fanno jogging, turisti che scattano foto verso Saint Paul Cathedral... e poi ci sono loro ... gli Artisti di Strada. Li puoi incontrare in ogni punto del tuo cammino, e se hai voglia di guardare...soffermati verso le statue viventi, ossia uomini o donne travestiti da personaggi storici o da maschere carnevalesche decorate con i colori dell'oro e dell'argento. Loro sono lì vicno al fiume, perfettamente fermi con lo sguardo rivolto verso un punto indefinito dell'orizzonte, e solo talvolta si muovono con movimenti meccanici e armonici che incantano la folla. E nella città più indaffarata d'Europa dove tutti corrono e sgomitano... c'è chi ha scelto di restare immobile. Sulle rive del Tamigi trovi anche giocollieri, giullari, acrobati circenzi, musicisti e illusinisti che con la loro arte antica catturano gli sguardi dei passanti.

Il pubblico rimane incantato nel vedere questi spettacoli perso nella magia dal sapore antico che evocano. Nell'era della tecnologia satellitare, nel quale il rapporto tra artista e pubblico si riscotra solamente nell'aulicità e solennità del teatro, la gente si ferma a guardali e riconosce l'arte anche non sapendo cosa sia, si ritrova rapita dallo spettacolo quasi catapultata in un'altra epoca, trattiene il respiro, sorride e partecipa attivamente mostarndo curiosità. E in mondo dove il mondo privato e ormai parte costituente del mondo pubblico...la curiosità è una dote rara che appartiene ai bambini... o agli spettatori degli artisti di strada.

Sulle rive del Tamigi, con le barche che lo solcano e i ponti che lo attraversano c'è la storia di Londra, il suo sapore acre ed il profumo intenso, il fascino del viale alberato che di sera si colora di un eclettico blu cobalto, fiancheggiato da panchine in legno e ferro con incisioni alla memoria... è questa la magia del fiume. Nessuno potrà mai descriverla propriamente... bisogna esserci davanti e aprire gli occhi per potersi accorgere di ciò che ci circonda... bisogna possedere un animo sensibile per catturare l'atmosfera solo così ci si può innamorare del Tamigi.

giovedì 2 agosto 2007

In bilico tra me e il destino - Storia di una funambola


In bilico tra ciò che ho avuto, ciò che ho e ciò che vorrei... appesa tra i mie sogni e la realtà in quel limbo indefinito che è la vita. Cammino su un filo sottile, volteggiando con il mio vestito rosso di strass e traballando quando il vento si alza e il cielo si ricopre di nuvole. I mie occhi sono fissi verso la meta, provo a non guardare indietro, cerco di non volgere lo sguardo verso il basso...continuo a muovermi talvolta con naturalezza talvolta il mio passo è forzato. A volte capita che alzo lo sguardo verso il cielo cercando una stella, ho bisogno di orientarmi e in equilibro sulla fune sorrido...penso a come ero da bambina e a come sono ora...così semplicemente complicata, rifletto su come la fune sia stata spessa o sottile come la lama di un rasoio... ritornano alla mente tutti i miei alibi, le mie ragioni, le mie fragilità...è tutto lì... sulla fune che mi induce a continuare ad andare avanti tenendomi in equilibro con un semplice asse. Il vento mi sfiora non esiste più il vecchio tendone... faceva parte di un altro circo, da quassù posso percepire un tumulto di emozioni tutte concentrate nella mia mente è un misto di adrenalina e un desiderio di arrivare. Tengo alta la concentrazione e respiro profondamente sento le mie gambe muoversi istintivamente verso l'atro capo della fune, le spalle sono dritte il mento basso, mi muovo con grazia, sembra quasi una danza la mia... ed invece sto solo camminando su un filo... potevo scegliere di fare qualsiasi altro lavoro...sarebbe stato più saggio...sicuramente meno pericoloso. Ma da quassù la vista è fantastica, vedo il pubblico... sembrano così piccoli, ordinati, chiusi nei loro capotti pesanti... ed io in bilico su una corda sfido ancora una volta il fato, azzardo... ma la sensazione di poter arrivare è bellissima. Ho sfidato altre volte la fune, è stato difficile...,ma sono sempre arrivata dall'altra parte, ancora una volta mi rimetto in gioco, perfeziono i passi...ho solo da imaparare dalle cadute, e se gli altri vogliono camminare su ampi prati io scelgo di rimanere qui, tra cielo e terra... in bilico tra me e il mio destino.

domenica 29 luglio 2007

9, Helston House Camden Street NW1 1TS London


Se chiudo gli occhi per un attimo, riesco a ricordare tutto. E' nitido nella memoria quel giorno assolato di luglio, in cui sono scesa per la prima volta a Morington Crescent. Con le mie valigie pesanti non solo di vestiti ma anche di sogni e speranze sono arrivata per la prima volta in questa stanza. Non c'era nulla, nè un paio di semplici lenzuola per dormire ne tantomeno una radio per sognare. Tutto era completamente diverso da ciò che avevo lasciato in Italia e ad Eastbourm, avrebbe dovuto essere stravolgente ed estraneo per me, ma sorprendemtemente non fu così. Questa stanza vuota rapresentava l'inizio di qualcosa di nuovo, tutto da costruire.
E' stato un pò come avere un ispirazione e trovarsi un foglio bianco vicino, nulla della mia vita poteva continuare... tutto ripartiva da qui. Questa grande stanza con il letto matrimoniale che da sulla rumorosa Crowdle Road, con i soffitti decorati da un orribile carta da parati gialla, il parque finto e i mobili vecchi è stato il mio inizio. E' stato qui che ho vissuto le mie gioie, le mie sconfitte... sempre qui che ho riso e pianto...Lei è stata la spettatrice silenziosa dei mie sogni e la testimone delle mie prese di coscienza sulla realtà. Da allora la mia stanza è cambiata molto, ogni giorno volevo aggiungere qualcosa che mi rappresentasse: foto, biglietti del teatro, e la sciarpa della Magica che troneggia ancora vicino al mio letto...tutto qui stava assomigliandomi...stava diventando mio. Ora sto scrivendo, mentre dovrei pensare a preparare le valigie, impacchettare tutte le mie cose, vedere cosa potrei buttare e ciò che invece è necessario tenere... dovrei essere pratica e ripetere a me stessa "Ma cosa sarà mai, è solo una stanza..." E invece sento che qui ho vissuto il cambiamento, sono sopravvissuta a Londra sono cresciuta, ho imparato sbagliando e rialzandomi ogni volta. Domani sarà tutto diverso, andrò nella residenza di Waterloo... Non sentirò più le sirene della polizia ne gli schiamazzi degli ubriaconi per la strada, le mie pareti non tremeranno più a causa dell'orribile musica polacca di Cris, non mi arrabierò più con le persone che non puliscono... Non vivrò più qui...lascerò ancora una volta il mio nido e andrò via verso il cambiamento con nel cuore i ricordi e la consapevolezza di aver acquisito quel qualcosa che forgia ogniuno di noi ad affrontare la vita... l'esperienza.

lunedì 23 luglio 2007

Chi vuol esser lieto sia...del doman non c'è certezza

Ripescare tra la memoria questo verso è stato come scoprire tutto un'altro modo di interpretare i fatti accaduti negli ultimi tempi. Chi vuol ancora far del male, che lo faccia per lui o lei proverò compassione, poichè ho imparato che la cattiveria nasce dall'infelicità. Chi vuole ancora strillare, che urli nascondendo così le sue fragilità e il suo bisogno di essere capito. Chi vuol sempre cercare il meglio, che continui con tenacia a raggiungere i proprio scopi, senza lasciarsi abbattere dai mille ostacoli della vita. E quando si raggiunge e oltrepassa la meta si assapora la vittoria con più entusiasmo. Chi vuol sempre mostrarsi, che mostri a tutti non solo l'apparente perfezione ma anche la bellezza delle mille imperfezioni umane che ci distinguono gli uni dagli altri. Chi vuol cercare di capire ciò che c'è in quello strano muscolo chiamato cuore che lasci al tempo rielaborare le emozioni e riaprire la mente mostrando le verità dei sentimenti latenti e delle emozioni tangibili e concrete. Poichè la condizione di felicità o infelicità non è data nè dagli altri nè dalla vita ma dal nostro voler esser lieti, e sapendo bene che di doman non c'è certezza bisogna conquistarsela tutti i giorni un pezzettino di felicità.... e allora.... chi vuol essere lieto sia...brindando ogni giorno alla vita, perchè ogni sole che appare nel cielo deve essere festeggiato regalandosi un sorriso.

sabato 21 luglio 2007

E quando tutto cade....


E quando tutto cade giù come una piramide di carta, quando i frustrati infieriscono sulla mia vita calpestando la mie sensibilità e i saccenti si ergono a saggi profeti con i loro consigli post datati, è allora che c' è il suo sorriso che apre un varco, la sua immensa umanità che crea speranza, la sua voglia di combattere non per me ma con me che riaccende la mia voglia di stringere i denti e continuare con il mio cammino credendoci ancora una volta. E' da oggi che comincerò a vedere il modo dei rapporti umani con un'ottica totalmente diversa... se gli altri mi vogliono sorridente e positiva io metterò per loro la mascera del sorriso anche quando vorrò solo piangere... ma nel mio cuore io saprò sempre che c'è una persona con cui posso essere me stessa e mostrare tutte le mie infinite sfumature le quali non potrebbero essere colte neanche dal più attento dei fotografi. E quando tutto sembrava volgere al peggio, tra le strade piovose di Londra ho incontrato una piccola-grande donna che con la sua generosità e la sua amicizia mi ha ridato il respiro sereno e la tranquillità.

domenica 8 luglio 2007

L'estate e lo shopping


Non si può resistere ad uscire di casa a Londra quando c'è il sole che batte sulla tua finestra! E' quasi una festa vederlo dopo tanti giorni di pioggia e freddo. E allora via per le vie del centro con Chiara... Guardare le vetrine, entrare nei negozi, provarsi i vestiti cercare tra i cosmetici quello più adatto a te... non è solo shopping nè vanità, è un modo di evadere dalla routine. Comprare cose nuove produce belle senzazioni, in un nuovo vestito mai usato da nessuno se non da te si può reinvenatre una nuova personalità, cambiarsi d'abito non è solo una esigenza igenica è un modo per adattare l'umore alle varie continenze e agli stati psicologici, è un modo di rinnovarsi, di cambiare perchè noi siamo complicate e nella nostra mente non c'è solo la voglia di mostrarsi agli altri ma esiste l'esigenza di guardarci allo specchio e scoprirsi diverse. Non sto ovviamente riferendomi allo shopping scellerato e compulsivo, ma alle scelte oculate nel cercare lo stile, il modello e il colore che più ti piacciono e che sia alla portata del tuo badget, vedere come si adatta al tuo corpo e sentire quella spinta emotiva che ci suggerisce " questo deve far parte del mio guardaroba perchè lo sento già mio". E quale è la stagione ideale per comprare se non l'estate quando cappotti e ingombranti maglioni lasciano il posto a top, gonne e short dai colori vivaci, è di nuovo estate gli alberi si ripopolano di foglie verdi e noi ragazze abbiamo voglia di qualcosa di diverso... perchè infondo vogliamo sentirci anche noi come Audry Hebort incantata tra le vetrine di Tiffany.

mercoledì 27 giugno 2007

Alle mie Amiche

E quando credevo di dover lasciare Londra ecco che la vita ancora mi ha sorpreso con le sue mille sfaccettature sfumate nei colori più strani. Eccomi ancora nella grande, piovosa e affascinante Londra a schivare le mille anime perse nei meandri della city, a cercare ancora la mia stranda combattendo ogni giorno contro il tempo che passa troppo infretta. Andare a lavoro, e corri corri corri all'appuntamento con il Job Centre, e scappa perchè perdi la metro e il break per il pranzo sta per scadere, mi muovo tra la gente con il passo svelto e deciso una sana metà fra la camminata inglese e il jogging leggero. Il mio orologio a forma di farfalla giace ormai sulla mia scrivania da tempo inmemore ma ho sempre il cellulare in mano e sorprendentemente a volte riesco a calcolare il tempo senza neanche guardarlo. Per abitudine o attitudine odio arrivare in ritardo, mi da fastidio pensare che qualcuno mi aspetti ... anche perchè io odio aspettare... e allora affretto ancora più il passo cammino decisa schivando il freddo vento di un giugno che sembra novembre. Un'altra cosa che proprio non sopporto è lasciare la cose a metà... e allora via con il valzer di chiamate per l'esame di inglese e per l'application form al King's College. Ma tra tutto questo correre certo non dimentico le mie amiche, il mio tempo è ora prezioso ma non sò rinunciare a loro anche perchè la mia famiglia è lontana e loro sono sempre qui vicino a me nei momenti di gioa, di sconforto e di noia e quando penso che non c'è via di uscita ci sono Faby, Erica e Chiara a ricordarmi di combattere ancora e non solo contro il tempo ma contro ogni avversità. Eh... come farei senza la pratica Erica che con la sua esperienza da viaggiatrice esperta sa risolvere con facilità e lucidità ogni situazione. A lei vorrei scrivere che quando mi trasferirò mi mancherà tanto! Mi mancheranno le nostre chiacchirate e soprattutto le vorrei ancora ribadire che "la sorte avversa" ha sempre un inizio e una fine basta solo saper attendere e ciò che desideri arriverà. Grazie a Fabiana ho imparato cosa vuol dire stare in piedi contro il vento, con la sua positività e la sua saggezza mi fà sentire protetta e se la giornata volge al termine ed io sono aggitata o triste basta la sua voce pacata una sua risata e tutto si rasserena.
E per finire c'è Chiara...l'amica incontrata sull'aereo che mi riportava a Londra. A lei devo tanto ... il suo sorriso è così rassicurante e ogni volta che mi apre la sua casa sento di entrare in un mondo famigliare. Chiara è un modella ma ciò che colpisce di lei non è solo la bellezza, lei ha cuore e da brava romana è franca e schietta in una maniera delicata e mai rude. Artemisia è una scrittrice raffinata ed edonista come lei stessa si descrive, sa descrivere la sua vita facendola assomigliare ad una poesia, è ricercata nei vocaboli e mai banale negli scritti come del resto nella sua vita.

Questo post lo dedico a voi amiche mie che sapete volermi bene per quello che sono e sapete sempre cosa dirmi. A voi dico grazie per la vostra amicizia e spero di poter restituirvi in egual misura ciò che voi ogni giorno mi donate.

mercoledì 23 maggio 2007

Ritorno a casa


Sto già vedendo i voli che mi riporteranno a casa, non voglio più rimandare sarebbe inutile e inopportuno. So che lasciando Roma un anno fa la ritroverò cambiata, tutto sarà diverso... Overlook London ha ormai pochi giorni di vita, Clelia continuerà comunque a scrivere della sua vita...non per essere letta da qualcuno ma per il piacere assoluto che reca l'arte della scrittura. Sta per finire questa avventura, si chiude una parte importante della mia vita, la cosa che più mi dispiace è perdere per sempre tutte le persone che mi sono state vicine, quelle che una inguaribile sognatrice come me ha già catalogato come amicizia, bè si sa come andrà a finire: mi diranno che " non importa la lontanaza saremo sempre in contatto". La vita, sfortunatamente, mi ha chiaramente insegnato che questo non succederà perchè gli esseri umani sono volubili, si dimenticano facilmente dell'amicizia travolti da mille impegni e altrettanti problemi, la routine giornaliera che incalza e la vita che comunque scorre veloce. E allora che guardandomi allo specchio mi dirò ancora una volta : " Non importa che loro abbiano smesso di scrivermi, davvero non è importante che non si ricodino di me e di tutti i momenti che abbiamo passato insieme, ed è completamente irrilevante che forse io sia sparita dai loro pensieri... Ciò che realmente conta ora è che loro siano stati miei amici, che mi abbiano donato i loro sorrisi e i loro conforti ed è per questo che io vi ricorderò per sempre".

venerdì 18 maggio 2007

Tra nuvole e sole


Dopo le delusioni nascono sempre nuove speranze....
Nella primavera londinese così atipica tra nuvele e sole, percorrendo sempre strade nuove e andando incontro al vento spinta da nuovi pensieri sempre diversi e caotici che affollano la mia mente, cerco di dare un senso concreto alla mia vita. A volte guardo il cielo pensando a quanto è instabile il tempo e mi ritrovo a pensare al tempo che passa... e che è passato e mi ha fatto crescere, mi ha dato gioie e dolori, speranze, illusoni e sconfitte amare. Sono divenuta ciò che sono grazie al mio passato tra nuovoloni neri celati all'orizonte e un sole splendente che ha scaldato l'anima. Senza troppi rimorsi e rimpianti ho accettato il mio passato e vado serena incontro al futuro... nonstante il sole sia quasi uno straniero qui nella city... sò che c'è ... è solo nascosto tra le nuvole... e sta aspettando il momento giusto per apparire nel cielo.

sabato 12 maggio 2007

Clelia come Diana


Muzio è un nome che soprattutto i romani associano all'eroicità di un uomo che si offrì come vontario per uccidere il re Porsenna, Re Etrusco, il quale aveva posto Roma sotto assedio. Il valoroso romano pentrò nelle linee nemiche e armato del suo solo pugnale e con la chiara intenzione di uccudere il Re commise uno sbaglio... da cui ne derivò la sua celebrità. Muzio infatti accoltellò il consigliere di Porsenna e per questo fu portato al cospetto del sovrano e senza esitare disse di essere un cittadino romano in missione per liberare la sua patria e poichè la sua mano aveva fallito lui l'avrebbe punita per il fatale errore; così dicendo mise la sua mano destra sul bracere ardente. Da quel momento divenne Muzio Scevola ( Il Mancino). Porsenna impressionato dal gesto decise di liberarlo. L'astuto romano allora inventò una storia e rivelò al re Etrusco che ci sarebbero stati altri trecento giovani nobili romani intenzionati a portare a termine la missione da lui fallita. Temendo questi romani pieni di valore e attaccamento alla patria, il Re propose le trattative di pace ma pretese come prima condizione 10 ostaggi ... dieci donne. Tra gli ostaggi c'era Clelia, una giovane nobile romana, coraggiosa e patriottica come e più di Muzio. Si narra che la giovane riusci a fuggire dall'accampamento nemico, attraversare il Tevere a nuoto e riportare sane e salve tutte le sue compagne. Porsenna minacciò allora di interrompere le trattative di pace così i Romani riconsegarono gli ostaggi in Etruria. Sorpreso da tanto coraggio e audacia il Re liberò comunque Clelia e le sue comapagne. Tito Livio definì Clelia un eroe " di straordinaria audacia se si considera che è una donna".
E mentre Roma celebra con statue e momeria storica il fallimento eroico di Muzio scevola, quasi nessuno si ricorda della giovane romana Clelia che coraggiosa e determinata, sfidando un esercito di uomini muniti di lance è riuscita, vincendo in astuzia, nel suo intento di salvarsi dalla prigionia e portare con se gli altri ostaggi, dimostrando che essere audace e scaltra non era prerogativa assoluta della Dea Diana ma tali caratteristiche si potevano ben notare nella prontezza di spirito di una donna mortale.
E' prendendo in prestito la vicenda sepolta nella cenere di questa eroina romana che sceglirò di firmare i mie post come Clelia, riportando così alla luce un pezzo di storia dove una donna è stata protagonista riconosciuta ma non decantata.

venerdì 11 maggio 2007

Un Omaggio a Trilussa


Questo vuol essere un omaggio ad uno dei più grandi poeti romani... ed io da romana a Londra non dimentico le mie origini... così in una notte insonne di maggio con il vento e la pioggia fuori dalla mia finestra, ho deciso di rievocare nella mente le poesie romane che da bambina sapevo quasi a memoria.


Il vero nome di Trilussa era Carlo Alberto Salustri, il quale scelse lo pseudonimo da un anagramma del suo cognome. Fu un poeta vissuto nei primi decenni del 900, un uomo molto colto che preferì il dialetto romano alla nobiltà dell' italiano e coerente con la sua scelta frequentò poco i circoli letterari romani ai quali continuava a preferire le osterie.



Quelle che andrò a riportare sono le poesie che più mi piacciono...



Carità Cristiana


Er chirichetto d 'una sacrestia sfasciò l 'ombrello su la groppa di un gatto pe castigallo d'una porcheria. - Che fai?- je strillo er prete ner vedello. Ce vò un coraggio nero pè menaje a quer modo... Poverello...-Che?- fece er chirichetto - Er gatto è suo?. No fece er prete - Ma è mio l'ombrello.


La spada e er cortello


Un vecchio cortello diceva alla spada - Ferisco e sbudello la gente de strada, e er sangue che caccio da quelle ferite diventa un fattaccio, diventa n'à lite. Rispose la spada - Io puro sbudello, ma faccio ste cose soltanto in duello, e quanno la lama l'addopra er signore la lite se chiama partita d'onore.


L' incontentabilità


Iddio pijò la fanga dar pantano, formò un pupazzo e je soffiò sur viso. Er pupazzo se mosse all' improviso e venne fora subbito er cristiano che aperse l'occhi e se trovò ner monno com'uno che se sveja da un gran sonno. - Quello che vedi è tutto tuo- je disse Iddio - e lo potrai sfruttà come te pare: te do tutta la Terra e tutto er Mare, meno che er Cielo perchè quello è mio...- Peccato disse Adamo - E' tanto bello... Perchè nu me arigali pure quello?


La Politica


Ner modo de pensa c'è un gran divario: mi padre è democratico cristiano, e, siccome che è impiegato ar Vaticano, tutte le sere recita er rosario, de tre fratelli, Giggi che è er più anziano è socialista rivoluzionario; io invece so monarchico; ar contrario de Ludovico che è repubbricano.

Prima de cena liticamo spesso pè via de sti principi benedetti: chi vò qua chi vò là pare un congresso! Famo l'ira de Dio! Ma appena mamma ce dice che sò cotti li spaghetti semo tutti d'accordo ner programma.



Lisetta cor signorino


Su, me faccia stirà la biancheria, dia confidenza a chi je pare e piace: nun me faccia inquietà. Me lassi in pace: la pianti, signorino, vada via... Che straccio de vasallo mamma mia! No levi quella mano, me dispiace, se no lo scotto, badi che sò capace... Dio, che forza che c'ha! Gesùmaria un bacio? E' matto! No che chiamo gente: me lo vò dà pe forza o pè amore! Eh je l'ha fatta! Quanto è prepotente! Però te n'è costata dè fatica! Dimme la verità co le signore 'sta resistenza nun la trovi mica!



La vita può aver un sapore dolce


Qualcuno evocherà gusti amarognoli, altri agrodolci, ma la vita può essere dolcissima come un a torta al cioccolato. Guardate un tramonto in riva al mare, cercate di coglierne le sfumature meno visibili, osservate un uomo e una donna anziani stretti in un abbraccio, e cercate di comprenderne il significato profondo, osservate ogni sorriso che vi circonda e ogni persona che vi dona ogni giorno quel bene prezioso chiamato amicizia. Pensate a tutte queste immagini e provate a dare torto a tutti coloro che le tacceranno di retorica. Già ma la vita è solo bella in potenza, perchè piccoli e grandi conflitti la bagnano d'amaro, ne corrompono il gusto, ne sbriciolano la consistenza, la rendono a volte disgustosa al palato. Per esempio la guerra è solo una delle vie per comprimere l'uomo nell' infelicità, ed è la più grave, lacerante e distruttiva. Anche nella quotidianità, piccole fratture, incomprensioni, la più buia cecità verso i dolori altrui, sfibra la vita...la emargina. Bisogna sempre ricordarsi che esistono anche gli altri e che nesuno ha senso considerato come entità a se stante chiuso nell'angustia dell'egoismo.
Se solo riflettiamo sul bimbo che interpretò "La vita è bella", il
protagonista di "Marcellino pane e vino" opppure lo stesso Pinocchio, questi tre personaggi incarnano la necessità di perseverare la felicità innocente. Tutti questi esempi possono essere catalogati come finzioni è allora necessario leggere il libro autobiografico di Primo Levi " Se questo è un uomo" per comprendere come in un lager non c'era spazio per la disperazione. In questo libro oltre alla solidità storico narrativa, deve essere colto anche un'altro mesaggio: la disperata ricerca della felicità da parte dell'uomo, qualunque sia la sua vicenda personale. E mai gli uomini saranno felici da soli chiudendosi nell'egoismo. O si è felici insieme o... non si è felici.

martedì 8 maggio 2007

Chi sono...


Vedere il mare nella profondità non vuol dire conoscerlo. Il mare questa enorme macchia blu riserva acque calme e tempeste innattese e nessuno sa come potrà reagire agli eventi della vita.
E' cosi difficile definire se stessi...un po come scoprire tutti i segreti del mare.
Mi conosco benissimo... sono 28 anni che convivo più o meno serenamente con me stessa...eppure alla domanda chi sono? come mi definisco... non so rispondere con certezza, la saggia Artemisia mi ha consigliato di chiederlo alle persone che mi conoscono... ma questo sarebbe come chiedere alle onde di descrivere l'Oceano, ogniuna darà una sua versione che non racchiude l'insieme ma darà una vprospettiva parziale. Infondo in questa parte della mia vita ho bisogno di sapere chi sono e cosa voglio... ma so per certo chi non sono, Non sono ipocrita e invidiosa, so per certo cosa non voglio...Non voglio accontarmi... so che merito di più di cio che ho avuto... e come un pescatore saldo nella sua barca ogni giorno vedo il sole sorgere e la luna appaire riempendo le giornate con sogni, speranze, delusioni e nuove esperienze...vivendo ogni giorno non più solo per scoprire la vita ma riflettendo su chi sono... aspettando che le onde riescano a cogliere una parte dell'infinità del mare.

domenica 29 aprile 2007

Stereotipi e sensazioni emozionali


Riconoscersi negli stereotipi sociali è sempre stato molto difficile, il pregiudizio ci insegue sempre ed è visto come una variante sociale del contatto umano. Ogniuno di noi, appena conosce una persona nuova crea nella sua mente un giudizio che deriva da stereotipi o da sensazioni emozionali. Pulire la mente da ogni residuo e non avere nessun pregiudizio è prerogativa assoluta dei bambini...loro tendono a vedere il mondo in una luce totalmente nitida, dove nulla è contaminato dall'esperienza e dalla conoscienza che si acquisisce quando si diventa adulti. Quante volte capita a tutti noi di pensare a una persona, magari appena conosciuta e catalogarla in uno stereotipo... passando in una strada isolata e buia se vediamo un uomo che ci guarda e ha un coltello in mano arrivamo subito alla conclusione che è un criminale, allora affrettiamo il passo per scampare ad un pericolo che per noi è ovvio. In queato caso il pre- giudizio può salvarci da situazioni spiacevoli. Ci sono poi pregiuzi ottusi radicati nella mente dei più accaniti conservatori i quali pensano che solo perchè una persona non proviene dal loro stesso backgroung allora è pericolosa... ma questo non lo definirei un pregiudizio, piuttoto lo definirei come una deviazione mentale verso stereotipi culturali dettata dall'ignoranza e dalla presunzione di persone stupide.

E' solo con la conscienza approfondita che ogniuno rafforza o smentisce il proprio pregiusizio iniziale. Tutti pensano al pregiudizio come qualcosa di negativo, non soffermandosi mai a riflettere che tutti abbiamo pregiudizi... per esempio tutti ci aspettiamo che determinati comportamenti da parte degli altri o giudichiamo determinate azioni. Ah... l' odiato pregiudizio, visto come un giudizio dato prima di conoscere a fondo chi ci circonda o come quella sorta di istinto che ci guida a dare giudizi superfciali è il primo passo dettato da ciò che la nostra mente ci suggerisce. Come una bussola sono l'ago che ci da la diensione iniziale delle situazioni. Ma si sa, come sosteneva saggiamente Gofman, tutti gli esseri umani sono degli attori, e l'abilità di nascondersi dietro molteplici personalità non è prerogativa assoluta dei pazzi. Dando per scontato che tutti noi cerchiamo di dare il meglio di noi quando conosciamo una persona, supponendo sia vero che siamo sempre spronati a mostrare le nostre qualità positive... è allora che il pre-giudizio è in qualche modo guidato magari dalle aspettative sociali? Ma c'è ovviamente altro che ci guida... ed sono quelle che ho definito sensazioni emozionali. Scoprire piano piano un ragazzo, che è nato e cresciuto in un paese diverso dal nostro per lingua, tradizioni e cultura differenti ... questo potrebbe far nascere un pre- giudizio negativo. Ma se poi lui si rivela fragile, pronto ad ammettere ogni suo possilbile sbaglio, che mostra le sue insicurezze e la sua vulnerabilità... questo va contro ogni aspettativa sociale predeterminata... e il feeling che si può instaurare in un discorso dove si condividono sguardi ed emozioni può contribuire a creare un pre-giudizio notevolmente positivo. Cosa succede allora quando i dui poli pregiudizievoli opposti si incrociano. Succede che si decide di scartarne selettivamente uno... quello negativo ovviamente. Ma visto che nella vita per quanto ci sforziamo di recitare un ruolo, la maschera è sempre destinata a staccarsi dal volto per lasciar mostrare la vera identità... è in questi momenti che ogniuno mostra la vera essenza di se... ed è allora che il pregiudizio diventa giudizio... ed è in questo modo che ho scoperto che il ragazzo che avevo conosciuto era solo la prospettiva di quello che io volevo vedere e che lui non era.
Così pregiudizi e sensazioni ci portano all'interno di sentieri sconosciuti che ci aiutano a crescere e arricchire il nostro bagaglio... ma poi alla fine è sempre il tempo a rivelarci la realtà che anche se inaspettata deve essere colta.

lunedì 23 aprile 2007

Little Red Ridding Hood


Le fiabe ci sono state raccontate per insegnarci a vivere... e tutte le bambine del mondo sanno la storia della bella e sfortunata Cenerentola... e sognano... sognano...sognano. Poi però un bel giorno si rendono conto di essere cresciute e non fanno molta fatica a scoprire che il principe azzurro che cavalca il cavallo bianco con il pennacchio al vento munito ovviamente di tutte le virtù possibbili immaginabili... è solo pura utopia! E allora mi chiedo ... ma perchè non raccontare favole un pò più verosimili in modo che le bambine crescano con un senso della realtà un pò più sviluppato... magari si potrebbe descrivere la matrigna non così palesemente cattiva, nella vita le persone perfide non palesano mai la loro cattiveria, tendono d essere subdole, oppure si potrebbe raccontare che le sorellastre possedevano una attitudine all'invidia più realistica, infatti la mia esperienza mi insegna che la persona invidiosa raramente si scopre per ciò che è, tende piuttosto a nascondersi sotto il velo sottile dell'ipocrisia. E poi .... la fata buona e bibbidi bobidi bu... ed ecco qua il bel vestito, la carrozza extra lusso, e perfino le celeberrime scarpette fatte in puro cristallo,tutto ciò lascia intendere che le cose belle ti possono piovere dal celo in qualsiasi momento. Scontato happy ending... e vissero tutti felici e contenti... ma sarà proprio così?
E intanto Cenerentola resta la fiaba più conosciuta al mondo, per quel suo modo surreale e perfettamente rassicurante di vedere la vita. E così la vita con i suoi sentieri tortuosi, i suoi ostacoli e i momenti di smarrimmento non assomiglia alla favola di Cenerentola ma alla più credibile Cappuccetto Rosso che prendendo la strada del bosco si ritrova nei guai. A chi non è mai capitato di ritrovarsi in un posto e sentirsi completamente fuori luogo. Personalmente mi sono sentita così i primi tempi che ero nella city... tutto sembrava fantasticamente nuovo, nuove strade in cui perdersi...tutte da esplorare. Ma il nuovo dei primi giorni è scomparso presto quando sono arrivati i primi ostacoli da superare... e credetemi stare in una città nuova dove tutti parlano un altra lingua e nessuno ti capisce, e non conoscere nessuno, sentirsi come... Cappucetto Rosso nel bosco... priva di tutti i miei punti di riferimento non è stato facle. Ma con il tempo superando pian piano tutti gli ostacoli, scegliedo una strada piuttosto che un altra e cominciando a parlare un po l 'inglese ho scoperto che non avevo solo cambiato città perdendomi nei meandri di Londra, ma bensì stavo cambiando io. E allora... se la morale di Cappucetto Rosso bambina disobbediente che sceglie il bosco non ascoltando i buoni consigli della mamma ritrovandosi a fronteggiare il lupo cattivo ci insgna a seguire i buoni consigli... dico che anche questa favola dovrebbe essere vista sotto un altra prospettiva... Cappuccetto sarà stata pure in pericolo nel bosco... ma ha imparato che non ci si puo fidare di tutti, che nella vita bisogna saper fronteggiare ogni situazione, ma soprattutto bisogna saper scegliere il bivio in cui andare credendoci fino in fondo... e anche se poi alla fine si fallisce, bisogna acquisire la capacità di rialzarsi presto facendo tesoro dell'esperienza negativa. Falsi stereotipi ci raccomandano di " scegli sempre la strada facile... non rischiare... non esporti alle difficoltà... solo così vivrai bene", ma cosa sarebbe la vita senza perdersi nel bosco... forse sarebbe una vita troppo ordinatamente falsa... con l'happy ending che nessuno mai riesce ad ottenere fino in fondo!