lunedì 25 gennaio 2010

Erica B: Giovane Carina ed incazzata - Erica B: Young, pretty and pissed off

Oggi pomeriggio, al lavoro, stavo cercando lavoro - un lavoro che non mi faccia strappare i capelli dalla noia tutti i giorni. Nel mondo ideale troverei un lavoro nel campo umanitario, delle organizzazioni internazionali come l’ONU e la Croce Rossa, per intenderci. Vado sul sito di una notissima organizzazione internazionale e vedo un’offerta di lavoro che potenzialmente mi interessa molto: contratto di 1 anno, i primi 6 mesi sono corsi di aggiornamento su come rispondere alle emergenze nei Pesi in via di sviluppo, e i successivi 6 in un Paese che ti viene assegnato a mettere in pratica ciò che hai imparato. Questa esperienza dovrebbe dare sufficienti credenziali per poi ottenere un lovoro in un’organizzazione non governativa. Piccolo problema: i primi 6 mesi qui a Londra sono pagati il costo del trasporto per andare al lavoro (io vado in bicicletta, quindi approssimativamente £0) e il costo del pranzo nei giorni di lavoro (panino, approssimativamente £2.50): si sbancano! Fatti due rapidi calcoli (affitto + bollette se mi trasferisco in una catapecchia £400 e rotti/mese, potrei andare a mangiare alla mensa dei poveri, ma supponiamo almeno altri £50 di cibo a settimana, e supponiamo che non mi serva nient’altro – non esco mai, non mi lavo e non pulisco la casa, visto che in 6 mesi senza stipendio è probabile che le mie scorte di sapone finiscano), dicevo fatti due rapidi calcoli: non me lo posso permettere.
Risultati:
1) mi incazzo come una iena,
2) chiedo a Clelia di scrivere sul suo blog qualcosa sull’assurdità dello sfruttamento dei lavoratori da parte delle organizzazioni umanitarie, e
3) Clelia mi offre la possibilità di scrivere un articolo su questo argomento sul suo blog e io colgo la palla al balzo.

Breve storia della mia vita (che userò per giustificare la suddetta incazzatura per non riuscire a trovare un lavoro pagato nello sviluppo internazionale): Italiana 25enne, vivo a Londra da poco più di 2 anni, ma non vivo in Italia da quando ne avevo circa 18. Ho un master in sviluppo internazionale dalla London School of Economics e poi ho passato un anno in Peru, a gestire progetti di educazione, nutrizione, igiene, ecc. Sono tornata a Londra a Ottobre 2008 – nel pieno della crisi – a cercare lavoro in un’organizzazionie internazionale. E’ un settore molto competitivo, ma speravo che master, esperienza di terreno (Perù più esperienze in Centro America e Tanzania durante l’Università) e conoscenza di 4 lingue mi avrebbero aiutata. Invece dopo un paio di mesi ho trovato lavoro come ricercatrice presso un’agenzia governativa. Un “ottimo” lavoro: contratto permanente, relativamente prestigioso, ben pagato: un lusso rispetto ciò che potrei trovare in Italia. Tutto cio non fa per me e vorrei tornare a fare un lavoro sociale, possibilmente internazionale.

Ho ricominciato la ricerca lavoro e, nonostante la crisi e l’elevato costo della vita a Londra, continua ad esserci una competizione feroce per tirocini non pagati presso organizzazioni grandi e piccole. A parte il paradosso dell’assunzione di personale non pagato da parte di organizzazioni umanitarie, non riesco a capacitarmi del numero di neolaureati che possono permettersi di accettare questi contratti, visto che la maggior parte non vive con la famiglia e deve pagare l’affitto. Le ONG richiedono una disponibilità minima di 3 giorni a settimana per 3 mesi e offrono un rimborso spese per trasporto e pranzo. Durante il master lavoravo 1 giorno/settimana per una piccola organizzazione con un accordo di questo tipo, ma ora non posso permettermelo.

Dovrei rinunciare a fare ciò che mi interessa, mi appassiona e per cui ho studiato perchè non posso permettermi di accumulare l’esperienza non pagata che mi darebbe accesso al mercato del lavoro pagato? E queste organizzazioni si sono mai chieste se la loro selezione economica non escluda persone qualificate e competenti?

Erica B

English Translation


This afternoon, at work, I was looking for a job - a job that wouldn't make me nored to tears every day. In an indeal world i'd find a job in the ehumanitarian field, in an international organisation, like the UN or the Red Cross. I went on the website of a very well-known international organisation and I saw a job offer for something i could potentially like a lot: a 1 year contract spending th efirst 6 months
on training courses on emercency response in developing countries and
the following 6 in a country you have been assigned to apply what you've learnt. This experience should give you enough credentials to get a job in a non governmental organisation. Slight problem: the first 6 months here in london are paid the cost of transport to and from work (I cycle, so approximately £0) and the cost of lunch during working days (sandwich, approximately £2.50): they'll go bankrupt! after some quick calculations (rent + bills if I move to a shack £400 plus/month, I could go and eat at a soup kitchen but let's say at leastanother £50 per week for food, and let's assume I don't need anything else - I won't ever go out, or shower or clean my house, as in 6 months without salary it's likely that my soap supplies will run out), I was saying after some quick calculations: i can't afford it.
Results:
1) I get really pissed off,
2) I email to Clelia asking her to write something about teh absurdity of the exploitation of workers by humanitarian organisations, and
3) Clelia offers me the opportunity to write an article about this on her blog and i hppily accept.

Brief story of my life (which i will use to justify the pissed off-ness I mentioned above, for not being able to find a paid job in international development) : 25 year old italian, I've been in London just over 2 years but havent lived in italy since i was about 18. I have a Masters in International Development from The London School of Economics and then I spent one year in peru, managing education, nutrition and health projects. I came back to london in october 2008 - in the midst of the financial crisis - to look for a job in an international organisation. It's a very competitive fiels, btu i was hoping that my masters, field experience (Peru plus experiences in Central America and Tanzania during university) and speaking 4 languages would help. Instead after a couple months i found a job as a researcehr with a government agency. a "great" job: permanent contract, relatively high profile, well paid: excellent compared to what i could find in italy. But it's not for me and i would like to go back to a social work, possibly international.
began looking for a job again and, in spite of the financial crisis and the high cost of living in london, there is still a fierce competition for unpaid internships with large and small organisations alike. aside from the paradox of humanitarian organisations hiring unpaid staff, i cant comprehend the number of recent graduates who can afford to accept these work contracts, as the majority of people don't live with their families and have to pay rent. NGOs ask for a minimum commitment of 3 days/week for 3 monts and offer to pay for transport and lunch. During my masters i worked 1 day/week for a small organisation, with a contract of this kind, but now i cant afford it. So should i give up on doing what i am interested in, what I am passionate about and what i studied because I can't afford to get unpaid experience I need to have access to the paid job market? and do these organisations ever wonder if their economic selection doesn't leave out some qualified and competent people

Erica B

24 commenti:

Vittoria A. ha detto...

Ciao Erica e Clelia, mi trovate perfettamente d'accordo. Mi sono gia' scontrata anni fa con questo concetto e prima di me si era scontrata anche una mia carisima amica che era ancora piu' qualificata di me. A conti fatti, non sarei mai riuscita a mantenermi e anche dopo, cosa avrei fatto? Alla mia amica avevano fatto anche una piccola proposta di assunzione ma le avevano detto "ma tu hai bisogno dello stipendio per mantenerti? Perche' qui non arriva proprio tutti i mesi, certe volte arriva tardi o non arriva proprio". Le altre donne che lavoravano in quel contesto erano tutte mantenute dai mariti o erano persone che non avevano mai lasciato la casa dei genitori. Mi trovo totalmente d'accordo, tutto cio' preclude ad una enorme fetta di persone qualificate l'accesso a questo tipo di lavoro.

Gianna ha detto...

Cara Erica, il tuo racconto fa venire i brividi.
Sembra incredibile che persone qualificate con esperienza sul campo non trovino una sistemazione adeguata, un lavoro confacente sia alle proprie aspettative che alle proprie capacità.
Colpa della crisi? Credo di no, per lo meno non da sola...
Ti faccio un grande in bocca al lupo, meriti di essere assunta nello specifico.
Buona serata a te e a Clelia.

Anonimo ha detto...

Tutto questo è molto molto deprimente...già immagino cosa mi aspetterà e mi agguerrisco...considerando che ho anche qualche annetto in più e non parlo molte altre lingue, oltre l'italiano...

Ci dobbiamo rasseganre a fare a vita lavori che non ci piacciono?Che non ci appassionano?(Semmai lo troverò pure, nel mio caso)...e chinare la testa?

Anonimo ha detto...

Non credo che lo sfruttamento dei lavoratori sia l'unico neo delle organizzazioni umanitarie.
L'Onu e' governata in modo politico e non riesce ad evitare le guerre, proprio perche' deve mediare ed accettare compromessi.
La Crocerossa dovrebbe fare da garante contro i soprusi subiti dalle donne recluse nei Cie eppure finge di non vedere le violenze.
Aggiungo la FAO, che non riesce a correggere ( non dico risolvere ) le annose carenze alimentari ed idriche.
E continua a chiedere soldi alle nazioni.
Poi si viene a sapere che i suoi funzionari ottengono stipendi da nababbi e tutte le conferenze internazionali e i convegni si risolvono in pantagrueliche tavolate con piu' portate.
Alla faccia della fame nel mondo!
Quindi non credo proprio che a queste organizzazioni interessi piu' di tanto escludere persone competenti e qualificate!

mafalda ha detto...

Mi sono laureata nel 2007 in lettere moderne: il mio primo impiego?Segretaria presso uno studio di otorinolaringoiatra, senza contratto, pagata in nero per la bella somma di 175 euro, andavo 3 volte a settimana, orario dalle 15.00 alle 23 circa...,poi ho trovato un altro impiego, part-time presso un call-center, mi hanno fatto un contratto prima per 6 mesi, poi per 18 mesi e adesso per 5 mesi. Pagato come un part-time, quindi tutto sommato bene, ma stiamo sempre parlando di un call-center che allo scadere del contratto mi sa che mi dicono addio ed io odio quel lavoro che mi sta rovinando il cervello!!!!! Ti capisco ed è molto frustrante!!!!Sono sposata, ma non potrei mai permettermi di essere mantenuta da mio marito, anche perché anche noi paghiamo l'affitto!!!!

agatathecat ha detto...

Cara Erica,
attualmente lavoro per la mia azienda all'interno di una delle organizzazioni dell'ONU e so bene la trafila che fanno i ragazzi come te: stage, volontariato..e chi piu' ne ha piu' ne metta..ovvio che puo' permetterselo solo chi ancora vive con i genitori..comprendo l'incazzatura, ma una soluzione ci dovra' pur essere...io direi di insistere..ti auguro di trovare quello che cerchi..al meglio!

Un caro saluto

Felinità ha detto...

Sempre più deprimente guardarsi attorno e vedere un deserto inutile.Eppure se nel deserto ci nascono i fiori di cactus qualche speranza l'abbiamo ancora. Un sorriso felino per Erica B. per la nostra Clelia, per tirarsi su miao

calendula ha detto...

che brutte notizie.... ma a cosa servono tutti i sacrifici se poi non si può fare il mestiere per cui si è studiato.... complimenti alle associazioni umanitarie.......

Erica ha detto...

Grazie a tutti dei commenti! Mi fa veramente piacere ricevere comprensione e supporto.. sicuramente non è un problema solo mio, solo di londra, o solo del campo umanitario.. quindi grazie e in bocca al lupo a tutti quelli che sono nella mia stessa barca!

evaluna: hai ragione a dire che le organizzazioni internazionali hanno un sacco di problemi, come ce li hanno i governi e le imprese private (che sono più efficienti perchè motivate dal profitto).. ma ci sono organizzazioni più piccole di onu/croce rossa che hanno meno burocrazia e quindi forse sono più efficienti - per cui, per quanto mi riguarda, il fatto che potrebbero lavorare meglio non è una ragione sufficiente per farmi rinunciare a cercare lavoraro nel settore..

erica

Esse ha detto...

Provare a cambiare paese ad esempio?
So che il paese in cui vivo è lontano (australia) ma c'è molto lavoro da fare qui. Innanzitutto per la situazione aborigena ( cercano sempre personale)e poi con le organizzazioni umanitarie per i rifugiati, l'"ARA". Questo paese non apre le porte a tutti. Neanche a chi muore di fame. Decisione discutibile e opinabile. Ma questa è un'altra storia. Se ti interessa ti mando qualche link utile.
In bocca al lupo.

Asha Sysley ha detto...

Purtroppo siamo sempre e comunque cervelli in fuga. Dobbiamo addirittura cercare il paese giusto per poter sviluppare le nostre potenzialità, quello giusto per fare esperienza sul campo e l'altro ancora per essere assunti. Una vita abbastanza Rom direi. Chi si accontenta finisce per fare un lavoro "qualunque" (nel senso di non soddisfacente) e implementa la propria vita mettendo radici. Detto ciò non posso far altro ragazze che offrirvi da bere e ridere di tutto questo dopo una buona sigaretta. Ma sono convinta che la nostra caparbietà ci porterà dove vogliamo, se avremmo la costanza, e a volte anche una gran dose di fattore "C", per raggiungere i nostri sogni.

Asha Sysley ha detto...

Poi ... naturalmente ... c'è anche il degno opposto ...

http://city.corriere.it/2010/01/27/milano/documenti/in-francia-nasce-super-stage-10mila-euro-mese-20653607798.shtml

Fashion is a Playground ha detto...

Very interesting blog !
http://www.fashionisaplayground.com

Lindalov ha detto...

Ti mettono alla prova.

Riesci a vivere con poco? Ti accontenti? Sei disposta a girare con due cambi di vestiti per stagione? Ha rinunciare alla pizza e alla connessione? Non ti vergogni a riciclare cibo, vestiti e roba dalla spazzatura?
Bene, adesso sei pronta per lavorare nei paesi che hanno bisogno.
Assunta.

Scherzo. Io mi terrei il lavoro buono per mettere da parte i soldi e aprire qualcosa di tuo tipo fondazione o una scuola in un paese povero.
Parlo senza cognizione di causa quindi non so quanto sia facile farlo; la mia è solo un'idea.

Stai su, il momento buono arriverà, non mi sembri per niente sprovveduta né stupida.

Un abbraccio.

Alice and my world ha detto...

"Rincorrere i sogni ci ha sempre portato fortuna" citamio il caro Teatro degli orrori, sia per commentare il tuo di post, che per rispondere al commento che ci hai lasciato.
Un abbraccio e buona giornata.

skeggia di vento ha detto...

ciao erica e clelia... di queste storie fosse solo pieno il tuo di mondo... ho 26 anni laureata in biologia molecolare e il mio sogno di fare la ricercatrice se ne è andato con un dottorato non pagato... neanche il pranzo... e nn ti puoi permettere di fare un altro lavoro per mantenerti, quale?
mando cv da un anno: o troppa poca esperienza( me la facessero fare) o stage non pagati perchè sfruttare la gente va bene...
e ora lavoro in un altro campo e aspetto l'occasione giusta che nn so mai se verrà...

Federica ha detto...

è meglio se non parlo va!
Federica, studentessa di Cooperazione e sviluppo all'università di torino

L'armadio del delitto ha detto...

Spero che finirà per farcela. Questo problema degli stage non pagati è allucinante.

fabio r. ha detto...

"...dopo un paio di mesi ho trovato lavoro come ricercatrice presso un’agenzia governativa. Un “ottimo” lavoro: contratto permanente, relativamente prestigioso, ben pagato: un lusso rispetto ciò che potrei trovare in Italia.."

ecco parto da questa tua considerazione: qui in Italia (appunto) per rifiutare una proposta così devi avere almeno il conto di Piersilvio in banca.
Io, come moltissimi miei amici, colleghi insegnanti e ricercatori ci arrabattiamo con 900 -100 euro al mese, da precari, quindi la condizione del precariato sotto pagato ormai è uno standard.
Quindi ti auguro di trovare quello che ti piace VERAMENTE nel futuro, ma mi colpisce quella rinuncia...!
Good Luck a te e ciao a Clelia

La Marquise ha detto...

Mi piace tantissimo il tuo blog...bellissimo...

dotmit ha detto...

I have a few things to say about this:

1. At least you have a job. You might hate it, but try telling that to the people in developing countries who don't even have a chance at that, or even the thousands of unemployed people in the UK who are struggling to pay their rent and bills at the moment.

2. Did you not think about this before taking your degree? Really you should have researched the likelihood of finding a job and what kind of salary it pays, and what you would have to do to get there. I know when I wanted to be a Mechanical Engineer, as well as looking at the right course at the right university, I also looked at Engineering journals and graduate programmes to see what kind of salary I could expect on graduating, and what kind of competition there would be for those places.

3. Your comments are only about one 'job' you applied for, which is clearly a work experience placement rather than a paid employment contract; It's voluntary work. Have you applied for anything else? What other responses have you had? How about keeping at your current job and saving up enough to go for a year without pay, at which point you can afford this. Alternatively, if you save that much money, use it as a deposit on a house.

If you apply for a proper job, I am sure you will find it pays a salary (in the UK there is a minimum wage law so it has to pay at least that). I expect you will also find the competition for that place is very fierce, because like you, everyone else who wants to work in this arena has also studied a lot and travelled a lot. The problem you have is, half of those people have rich parents who will fund them, so they can afford 1 year of voluntary work while mummy and daddy pay for their Mercedes and plus apartment in Kensington.

I have a friend who has a very similar background to you. She wants to work in International Relations, but she works for a big pharmaceutical firm instead. She has travelled to lots of countries and has more qualifications than I have brain cells.

Hardly anyone has their dream job. I'd love to be a racing driver but I work in IT. I don't like it, but it pays enough for me to enjoy the rest of my life when I'm not working.

Hopefully you will find the real job of your dreams, but you won't find it by complaining on a blog :)

Erica ha detto...

Grazie ancora a tutti per i commenti e in bocca al lupo a tutti quelli che come me sono determinati a raggiungere un obiettivo :)

Serena: Grazie dell'offerta ma l'Australia e' un po' troppo lontana per i miei gusti.. alla fine si tratta sempre di soppesare i pro e i contro e per il momento vorrei proprio restare in Europa.

Federica: una mia carissima amica ha studiato cooperazione e sviluppo all'Universita' di Torino e ora spacca il mondo, quindi tranquilla, coraggio e in bocca al lupo!

Fabio r: forse non mi sono spiegata bene, al momento lavoro per l'agenzia governativa di cui parlo - non ho rinunciato all'offerta, anzi quando ho accettato ero ben felice! ma poi mi sono accorta che non fa per me e sto cercando qualcos'altro..

mital: 1-you are right, i have a job that not only pays the bills, but allows me to live the good life, and i am grateful for the money and what i can do with it. i find it very hard to explain to others (including some of the people who are closest to me) what exactly it is about this job that makes me so miserable. essentially it's that i'm not challenged, i am not learning anything, not applying the skills i have and don't feel like i'm doing anything (useful). it is difficult to explain how a job you dont like can make you feel completely unfulfilled and affect all the aspects of your life, and i'm sure some people dont care as much about what they do at work if they have a good life outside, but turns out it matters a lot to me.
2-yes, before studying international development i did know very well that like most other humanistic degrees, it doesnt offer the job/career/salary prospects of more established professions like engineering or law. but again, that's what interests me, that's what i want to do with my life and what i think i'm good at (working with people in a charity type setting). i decided to take the risk and made sure i was getting my degree from an excellent university and gaining the experience (during and after uni) that would increase my chances of getting a job.
3-the one job i talked about is just an example of many unpaid internships i have seen (and applied for in the past). you are right in saying that that is a training programme so it's fair that it's not paid, but unfortunately what you say about minimum wage laws doesnt seem to apply to voluntary internships (check out the job site www.charityjob.co.uk). not only charities do it, i know people who did unpaid marketing internships for very well-known comapnies in london.
i have applied for other jobs - and will apply for many more until i find one i like - and have decided to extend my search to uk charities as well as international ones. since i started applying more consistently in december i've had one interview with one of the main international organisations but didnt get hired. of course they may just not have liked me, but the person who got the job was volunteering there at the time of the interview.
for now the plan is to keep my job till i find a new one, but if i reach the tipping pont plan b is to try to get a job in south america again (with the risk of becoming a field specialist and having difficulties finding a job in europe again).

I hope your friend finds a job she likes, but your example of dreaming to be a racing driver and instead working in it doesnt apply to this context - did you ever try to become a pilot?

I wasnt hoping to get a new job by writing this post, just to let out some frustration and get some reastions - which I obviously did.

Thanks again to everyone for your comments!

dotmit ha detto...

Erica, it's good to vent frustration :)

I know exactly how you feel about being in a job that doesn't challenge you. I was in one for 5 years and it affected me deeply. I hated it and started to hate London and lots of other things in my life.
Luckily I was able to do something about it by finding another job, but I soon got tired of that one as well. Most intelligent people get bored of their work very quickly.

Good luck with your other applications. If I hear of anything (it's unlikely I will) I'll let Valeria know.

Oh, and I really regret not joining the RAF when I was 18 years old. At the time I was a hippy who didn't like the idea of having to go into a war zone and bomb people, but I would have been a great Pilot if I had the courage at the time...

Nemo ha detto...

per me il lavoro non pagato e' un ossimoro.; pero' speravo fosse un ossimoro solo italiano!

Spesso questi confondono o fanno finta di confondere il volontariato con il fare il volontario!