Oggi pomeriggio, al lavoro, stavo cercando lavoro - un lavoro che non mi faccia strappare i capelli dalla noia tutti i giorni. Nel mondo ideale troverei un lavoro nel campo umanitario, delle organizzazioni internazionali come l’ONU e la Croce Rossa, per intenderci. Vado sul sito di una notissima organizzazione internazionale e vedo un’offerta di lavoro che potenzialmente mi interessa molto: contratto di 1 anno, i primi 6 mesi sono corsi di aggiornamento su come rispondere alle emergenze nei Pesi in via di sviluppo, e i successivi 6 in un Paese che ti viene assegnato a mettere in pratica ciò che hai imparato. Questa esperienza dovrebbe dare sufficienti credenziali per poi ottenere un lovoro in un’organizzazione non governativa. Piccolo problema: i primi 6 mesi qui a Londra sono pagati il costo del trasporto per andare al lavoro (io vado in bicicletta, quindi approssimativamente £0) e il costo del pranzo nei giorni di lavoro (panino, approssimativamente £2.50): si sbancano! Fatti due rapidi calcoli (affitto + bollette se mi trasferisco in una catapecchia £400 e rotti/mese, potrei andare a mangiare alla mensa dei poveri, ma supponiamo almeno altri £50 di cibo a settimana, e supponiamo che non mi serva nient’altro – non esco mai, non mi lavo e non pulisco la casa, visto che in 6 mesi senza stipendio è probabile che le mie scorte di sapone finiscano), dicevo fatti due rapidi calcoli: non me lo posso permettere.
Risultati:
1) mi incazzo come una iena,
2) chiedo a Clelia di scrivere sul suo blog qualcosa sull’assurdità dello sfruttamento dei lavoratori da parte delle organizzazioni umanitarie, e
3) Clelia mi offre la possibilità di scrivere un articolo su questo argomento sul suo blog e io colgo la palla al balzo.
Breve storia della mia vita (che userò per giustificare la suddetta incazzatura per non riuscire a trovare un lavoro pagato nello sviluppo internazionale): Italiana 25enne, vivo a Londra da poco più di 2 anni, ma non vivo in Italia da quando ne avevo circa 18. Ho un master in sviluppo internazionale dalla London School of Economics e poi ho passato un anno in Peru, a gestire progetti di educazione, nutrizione, igiene, ecc. Sono tornata a Londra a Ottobre 2008 – nel pieno della crisi – a cercare lavoro in un’organizzazionie internazionale. E’ un settore molto competitivo, ma speravo che master, esperienza di terreno (Perù più esperienze in Centro America e Tanzania durante l’Università) e conoscenza di 4 lingue mi avrebbero aiutata. Invece dopo un paio di mesi ho trovato lavoro come ricercatrice presso un’agenzia governativa. Un “ottimo” lavoro: contratto permanente, relativamente prestigioso, ben pagato: un lusso rispetto ciò che potrei trovare in Italia. Tutto cio non fa per me e vorrei tornare a fare un lavoro sociale, possibilmente internazionale.
Ho ricominciato la ricerca lavoro e, nonostante la crisi e l’elevato costo della vita a Londra, continua ad esserci una competizione feroce per tirocini non pagati presso organizzazioni grandi e piccole. A parte il paradosso dell’assunzione di personale non pagato da parte di organizzazioni umanitarie, non riesco a capacitarmi del numero di neolaureati che possono permettersi di accettare questi contratti, visto che la maggior parte non vive con la famiglia e deve pagare l’affitto. Le ONG richiedono una disponibilità minima di 3 giorni a settimana per 3 mesi e offrono un rimborso spese per trasporto e pranzo. Durante il master lavoravo 1 giorno/settimana per una piccola organizzazione con un accordo di questo tipo, ma ora non posso permettermelo.
Dovrei rinunciare a fare ciò che mi interessa, mi appassiona e per cui ho studiato perchè non posso permettermi di accumulare l’esperienza non pagata che mi darebbe accesso al mercato del lavoro pagato? E queste organizzazioni si sono mai chieste se la loro selezione economica non escluda persone qualificate e competenti?
Erica B
English Translation
This afternoon, at work, I was looking for a job - a job that wouldn't make me nored to tears every day. In an indeal world i'd find a job in the ehumanitarian field, in an international organisation, like the UN or the Red Cross. I went on the website of a very well-known international organisation and I saw a job offer for something i could potentially like a lot: a 1 year contract spending th efirst 6 months
on training courses on emercency response in developing countries and
the following 6 in a country you have been assigned to apply what you've learnt. This experience should give you enough credentials to get a job in a non governmental organisation. Slight problem: the first 6 months here in london are paid the cost of transport to and from work (I cycle, so approximately £0) and the cost of lunch during working days (sandwich, approximately £2.50): they'll go bankrupt! after some quick calculations (rent + bills if I move to a shack £400 plus/month, I could go and eat at a soup kitchen but let's say at leastanother £50 per week for food, and let's assume I don't need anything else - I won't ever go out, or shower or clean my house, as in 6 months without salary it's likely that my soap supplies will run out), I was saying after some quick calculations: i can't afford it.
Results:
1) I get really pissed off,
2) I email to Clelia asking her to write something about teh absurdity of the exploitation of workers by humanitarian organisations, and
3) Clelia offers me the opportunity to write an article about this on her blog and i hppily accept.
Brief story of my life (which i will use to justify the pissed off-ness I mentioned above, for not being able to find a paid job in international development) : 25 year old italian, I've been in London just over 2 years but havent lived in italy since i was about 18. I have a Masters in International Development from The London School of Economics and then I spent one year in peru, managing education, nutrition and health projects. I came back to london in october 2008 - in the midst of the financial crisis - to look for a job in an international organisation. It's a very competitive fiels, btu i was hoping that my masters, field experience (Peru plus experiences in Central America and Tanzania during university) and speaking 4 languages would help. Instead after a couple months i found a job as a researcehr with a government agency. a "great" job: permanent contract, relatively high profile, well paid: excellent compared to what i could find in italy. But it's not for me and i would like to go back to a social work, possibly international.
began looking for a job again and, in spite of the financial crisis and the high cost of living in london, there is still a fierce competition for unpaid internships with large and small organisations alike. aside from the paradox of humanitarian organisations hiring unpaid staff, i cant comprehend the number of recent graduates who can afford to accept these work contracts, as the majority of people don't live with their families and have to pay rent. NGOs ask for a minimum commitment of 3 days/week for 3 monts and offer to pay for transport and lunch. During my masters i worked 1 day/week for a small organisation, with a contract of this kind, but now i cant afford it. So should i give up on doing what i am interested in, what I am passionate about and what i studied because I can't afford to get unpaid experience I need to have access to the paid job market? and do these organisations ever wonder if their economic selection doesn't leave out some qualified and competent people
Erica B