sabato 12 maggio 2007

Clelia come Diana


Muzio è un nome che soprattutto i romani associano all'eroicità di un uomo che si offrì come vontario per uccidere il re Porsenna, Re Etrusco, il quale aveva posto Roma sotto assedio. Il valoroso romano pentrò nelle linee nemiche e armato del suo solo pugnale e con la chiara intenzione di uccudere il Re commise uno sbaglio... da cui ne derivò la sua celebrità. Muzio infatti accoltellò il consigliere di Porsenna e per questo fu portato al cospetto del sovrano e senza esitare disse di essere un cittadino romano in missione per liberare la sua patria e poichè la sua mano aveva fallito lui l'avrebbe punita per il fatale errore; così dicendo mise la sua mano destra sul bracere ardente. Da quel momento divenne Muzio Scevola ( Il Mancino). Porsenna impressionato dal gesto decise di liberarlo. L'astuto romano allora inventò una storia e rivelò al re Etrusco che ci sarebbero stati altri trecento giovani nobili romani intenzionati a portare a termine la missione da lui fallita. Temendo questi romani pieni di valore e attaccamento alla patria, il Re propose le trattative di pace ma pretese come prima condizione 10 ostaggi ... dieci donne. Tra gli ostaggi c'era Clelia, una giovane nobile romana, coraggiosa e patriottica come e più di Muzio. Si narra che la giovane riusci a fuggire dall'accampamento nemico, attraversare il Tevere a nuoto e riportare sane e salve tutte le sue compagne. Porsenna minacciò allora di interrompere le trattative di pace così i Romani riconsegarono gli ostaggi in Etruria. Sorpreso da tanto coraggio e audacia il Re liberò comunque Clelia e le sue comapagne. Tito Livio definì Clelia un eroe " di straordinaria audacia se si considera che è una donna".
E mentre Roma celebra con statue e momeria storica il fallimento eroico di Muzio scevola, quasi nessuno si ricorda della giovane romana Clelia che coraggiosa e determinata, sfidando un esercito di uomini muniti di lance è riuscita, vincendo in astuzia, nel suo intento di salvarsi dalla prigionia e portare con se gli altri ostaggi, dimostrando che essere audace e scaltra non era prerogativa assoluta della Dea Diana ma tali caratteristiche si potevano ben notare nella prontezza di spirito di una donna mortale.
E' prendendo in prestito la vicenda sepolta nella cenere di questa eroina romana che sceglirò di firmare i mie post come Clelia, riportando così alla luce un pezzo di storia dove una donna è stata protagonista riconosciuta ma non decantata.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Good words.