Se cade il re cade tutta la sua corte, l'effeto domino è inevitabile. Prima che la fine arrivi, anzi, proprio quando la barca sta per affondare, il capitan caimano non scappa, non vuole arrendersi ed usa tutti i mezzi possibili per salvare il salvabile. Telefona e insulta i giornalisti sovversivi, manda nelle trasmissioni donne volgari che a colpi di dito medio ed uscite di scena rimarcano lo stile Berlusca: negare tutto, tutto! Anche davanti all'evidenza. La macchina del fango è in moto, gli ingranaggi sono pronti: i nemici vanno abbattuti senza rispettare le regole, perchè le regole in guerra non esistono.
Immagino la povera A. Greco, giornalista del Il Giornale, di proprietà di Berlusconi, rovistare tra l'immondizia di Ilda Boccasini, magistrato che sta coordinando le indagini sul Ruby- Gate, appostarsi con il classico camioncino bianco davanti casa dell'accusatrice. L'intraprendente reporter ha un compito difficile: screditare il magistrato che sta indagando sul suo padrone, e che con le confessioni e le intercettazioni telefoniche raccolte potrebbe davvero mettere la parola fine al sultanato di B. Me la vedo li di fronte alla strada, con gli occhiali da sole in una Milano grigia, a spiare tutte le mosse della Boccasini, e con una certa insoddisfazione pensare: "ma guarda questa, non indossa neanche un maglioncino di cashmire o chessò, le calzette azzurre, niente!". Giorni e giorni a rovistare nella vita del magistrato, e alla fine, dopo tanto sforzo ecco lo scoop: nel 1982, Ilda, allora giovane sostituto procuratore di Milano, si scambiava tenere effusioni davanti al Palazzo di Giustizia, per questo il CSM, consiglio superiore della magistratura, l'aveva richiamata a Palazzo dei Marescialli. La cosa era rimasta sepolta per anni, proprio perchè questi richiami interni sono coperti dalla privacy, e comunque, è bene ricordare che la Boccasini è stata assolta dai suoi superiori. Nonostante gli atti interni siano materiale riservato, la giornalista del 'Il Giornale' è riuscita a leggere l'atto e scrivere un articolo intitolato "La doppia Morale della Boccasini". In pratica la Greco mette sullo stesso piano un bacetto dato da una giovane ragazza con il Bunga Bunga e le orgie con minorenni, ( la seconda dopo Ruby, sembra sia Iris) del nano dal culo flaccido, (così etichettato da Nicole Minetti in un momento di sfogo-ribellione dal padron Sivio). Una volta agguantato l'appiglio la giornalista del 'Il Giornale di Berlsconi', ha rincarato la dose con dettagli compromettenti, e si perchè la giovane Ilda i bacetti non li dava a ragazzi qualsiasi ma a giornalisti comunisti, nemici di Berlusconi. Con questo articolo che sfiora il ridicolo, 'Il Giornale del Sultano' ha voluto mettere in luce che un magistrato come la Boccasini che sta indagando su Berlusconi, e le ragazze di via Ol(r)getta, ha scheletri nell'armadio e ha solidalizzato con i nemici comunisti: ecco perciò spiegato perchè il Silvio furioso ripete ad ogni trasmissione tv, ma non in tribunale, che tutta questa storia è una montatura per sovvertire il voto del popolo.
Finisco riportando una frase tratta dal blog spinoza: Il Giornale: "La Boccasini è un magistrato fuori controllo" Vaglielo a spiegare che deve essere così.
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