giovedì 3 gennaio 2013

I dissesti del cuore e la vincita della ragione

Ecco si faro' proprio cosi'. Gli diro' la verità. Gli diro' che ho sbagliato che in realtà quello che volevo contraddiceva ogni mia frase. Ogni singola parola era dettata da una ragione che lui non poteva capire. 
Glielo faro' sapere perché e' giusto che lui sappia. Non doveva finire cosi'. Finche' ho tenuto in mano il microfono e facevo le mie domande tutto e' andato bene. E' stato quando ho spento la camera che avrei dovuto scappare. Non l'ho fatto. Le luci non si sono spente e c'eravamo solo io e lui. Lui con i suoi enormi occhi marroni, gli zigomi cosi' ben definiti e le mani che non smettevano un attimo di gesticolare. Lui e quello stranissimo accento straniero unito a una conoscenza dell'Italiano degna delle sue origini. Quella sera l'altro era scomparso non solo da Roma ma anche dai miei pensieri. Eppure tutto era iniziato proprio in quella casa. Una decina di scale che dividevano l'appartamento da una ampia terrazza che si affaccia verso i tetti della capitale. Io e l'altro, una attrazione fatale che sapeva di tutto tranne che d'amore. Ecco questo volevo dirti, che il problema non era esattamente l'altro, se tu non l'avessi mai visto e conosciuto quella sera io non avrei avuto nessuno scrupolo.  Non e' stato così. Il fatto e' che voi due condividete la stessa nazionalità, la stessa citta' di nascita, le stesse iniziali e soprattutto   eravate ( o siete ancora?) conoscenti. Voglio che tu sappia che quando sono corsa via da casa tua non scappavo da te ma da me stessa. Fuggivo dai fatti. Maledetti fatti che mi hanno sempre condizionato nella vita e nel lavoro. Ci si deve attenere non alle emozioni ma a ciò che la situazione descrive. Non ci si può abbandonare alla leggerezza di una emozione quando l'altro e' al di la dell'Oceano. E poco importa se e' tutto e' finito. Bisognava dirselo chiaramente, poi si poteva ripartire. Questo e' il pessimo consiglio che mi  sono data. Non ho valutato le conseguenze e non ho analizzato bene le contingenze. L'altro non era nessuno mentre tu avevi provocato un uragano di emozioni che facevano battere il mio cuore. Non ho voluto sentire il cuore ho dato retta alla ragione. La porta si richiudeva piano dietro di me. Era finita la mia recita. Credevo di poter riaggiustare tutto. Non e' stato così, ho perso e ne prendo atto.
'Non e' successo nulla il cielo e' ancora sopra la testa'... così  hai detto. Oggi guardavo il cielo, era limpido e senza nuvole. Mancava il sole ma nella vita non si può avere anche il sole a gennaio. 

Despite everything My eyes are around you... and I hope will do not wrong


3 commenti:

zefirina ha detto...

senza parole, accidenti non so se sarei stato capace di analizzare così bene una simile situazione
:-)

Valentina Luberto ha detto...

coraggiosa.
Un abbraccio e felice di averti ritrovata, Clelia :)

Anonimo ha detto...
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